Toelettatura del Westie

Estratto dal libro di Donatella Diana "West Highland white terrier" ISBN 884123007X

 

westie non toelettatoIl disegno 1 mostra l’aspetto-tipo di un West Highland White Terrier che giunge al suo primo stripping (tra il 6° e il 3° mese) senza aver conosciuto prima un grooming adeguato (può trattarsi anche di un Westie precedentemente toelettato ma mai più seguito sino alla successiva seduta dal toelettatore). È ovvio che da queste condizioni non si può, in coscienza, pianificare un programma espositivo, se non dopo almeno tre mesi di costante, metodico lavoro (sempre che le frange non subiscano un grave “impoverimento” durante le fasi dello stripping, a causa di drastici interventi su zone inguaribilmente infeltrite). Un toelettatore di professione non ha comunque spesso di fronte a sé soggetti da esposizione: è quindi molto più di frequente posto di fronte a casi di ripristino di un “look” che si confaccia allo standard della razza. Mi auguro che le foto e i disegni che seguiranno tornino utili anche, e soprattutto, ai proprietari di Westie non professionisti; per tale motivo cercherò di spiegare con chiarezza anche quanto sembrerà ai più eruditi ovvio o banale. differenza tra westie toelettato e non

Il disegno 2 mostra il trimming (a destra) di un cane già precedentemente impostato (a sinistra). È tuttavia prematuro parlare di trimming: questa operazione consiste nel mantenimento dell’immagine standard grazie al costante ricambio dei peli che via via maturano e dal condizionamento del manto lavorato a stripping a cadenze regolari, che ne accentua l’infoltimento (tenendo il sottopelo sotto stretto controllo) ma ne impedisce la crescita disordinata.

La prima sostanziale verifica da fare è decidere se il nostro pet ha o no un pelo di tessitura tipica a sufficienza, tale da poterlo sottoporre a stripping senza che quest’ultimo rappresenti una inutile violenza; pelo setoso riccio o cotonoso sono difetti che lo stripping non può contribuire a sanare e il danno che si arreca alla pelle, il tempo che un buon lavoro richiede e, non ultimo, l’insoddisfacente aspetto finale fortunatamente scoraggiano anche i più accaniti fan del coltellino da stripping. Un mantello di buona qualità, anche quando viene danneggiato da abuso di farmaci, toelettature sbrigative (a taglio) o bagni frequenti (questi sono, in genere, gli agenti che possono modificare la struttura del pelo), si presenta con uno strato superficiale più o meno fitto e più o meno ‘aperto’, di pelo irto, ruvido, duro, ‘caprino’ (nei soggetti migliori è addirittura della consistenza delle setole, ma sono purtroppo quei soggetti che stentano a produrre frangia o “furnishings”).

La cute è protetta da un fitto strato di lanugine, detto sottopelo, morbida, vellutata al tatto, vagamente untuosa, compatta e sensibilmente più corta rispetto alla lunghezza del pelo maturo. Per pelo maturo si intende un pelo che abbia esaurito il suo ciclo di crescita e che abbia già il ‘sostituto’ che si sviluppa nel follicolo pilifero. Riassumiamo il concetto con un esempio: un cane da stripping è come un bosco coltivato a legname. Gli arbusti sono il pelo, il sottobosco è il sottopelo: un buon equilibrio è quello che aiuta i vari elementi a interagire tra loro per reciproci interessi. Esistono quindi regole precise: non si toccano gli arbusti germoglianti, non si impoverisce il terreno, né se ne alterano i fattori; non si disbosca anzitempo perché il sottobosco protegge le radici degli alberi ancora giovani e si ridimensiona da sé per carenza di luce e nutrimento non appena i fusti si fortificano.

Il sottopelo, però, va tenuto sotto controllo, a stripping effettuato, perché il suo sviluppo è immediato e disordinato in molti, moltissimi Westie. Inoltre il sottopelo rallenta sensibilmente l’affiorare in superficie del pelo nuovo, sicché risulta proficuo ‘slanare’ con vigore tutto il corpo del cane dopo circa 45 giorni dalla data dello stripping, usando all’uopo un coltellino a denti fitti e abbastanza profondi (attenzione: raschiare ‘a verso’ e inclinando il coltello verso di sé; se usato perpendicolarmente al corpo dell’animale si correrebbe il rischio di ferire la cute).
schema crescita del pelo del westieIl disegno 3 mostra i versi di crescita e di andamento del pelo e del sottopelo: sono gli stessi da seguire strippando o trimmando (o anche tosando). È importante conoscere le direzioni e l’andamento del pelo anche semplicemente quando si spazzola perché il mantello ha funzioni termiche, isolanti e protettive solo se lo si rispetta e se ne preserva l’integrità. Saper spazzolare il proprio Westie è il primo importante scalino da superare per ascendere alle vette sublimi della preparazione scultorea del cane da show. Io sono dell’idea, per quanto non molto diffusa, che un cane, per essere goduto appieno, deve sempre (o quasi) mostrarsi al massimo della propria forma. Come può, quindi, un proprietario di Westie che ha già conosciuto lo stripping (o la tosatura quando il pelo non si presta) lasciarlo completamente disordinato nei mesi successivi alla toelettatura e in attesa di un nuovo appuntamento?

strumenti per toelettatura del westieNella foto vediamo alcuni tra gli strumenti più utili in toelettatura. Dall’alto (da sinistra): i primi due pettini si equivalgono come validità (il primo ha denti leggermente più larghi del secondo), entrambi sono in acciaio, con punte smussate e denti larghi e fitti; la lunghezza del dente, tecnicamente, è 7/8. Il terzo pettine, comunemente chiamato “da pulci”, è a denti fittissimi, in acciaio e a dente più corto rispetto ai precedenti: è utilissimo usato a mo’ di rastrello sul sottopelo per eliminarne l’eccesso. Ve ne è un quarto (sovrapposto alla scatola delle forbici): è in plastica, con coda in acciaio ed è facoltativo. È il pettine da cotonatura (back lombing), l’uso è circoscritto alla testa del Westie. Nella scatola vediamo un paio di forbici dritte: nel trimming del Westie da stripping l’uso della forbice dritta è limitato alla rifinitura delle orecchie e dei piedi (cuscinetti plantari compresi). A fianco della scatola un ‘taglianodi’: indispensabile, soprattutto sulle frange, su soggetti infeltriti da vecchia data. Più in basso (all’estrema destra): spazzola ovale chiodata (pin brush). È una spazzola ‘gentile’, con punte arrotondate (ma priva di ‘pallini’!) e denti lunghi. È alternativa al cardatore sui peli ruvidi ed è più funzionale sulle frange. In basso (a destra): la manopola (Terrier Palm): come la Pin Brush è costituita da chiodi con punta smussata (ma di lunghezza inferiore); il nastro regolabile consente di adattarla alla mano di chi lavora sul cane strigliando o frizionando il pelo del dorso in ricrescita. In basso (al centro e a sinistra): una serie di coltellini da stripping di vari modelli.

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Il disegno 8 mostra l’azione del cardatore e la corretta posizione da far assumere al Westie per raggiungere con la spazzola tutte quelle zone dove più facilmente pioggia, sporco e altro contribuiscono alla formazione di feltri. Le linee tratteggiate pongono l’accento sulle aree che, se trascurate dalla spazzola (e dal pettine), si infeltriscono con più facilità.

stripping manuale Nel disegno 9 si mostra come lo stripping, il blending e il trimming possano essere eseguiti anche a mano (plucking). Questo non comporta una professionalità maggiore ma soltanto una maggiore pazienza. A volte, però, può rendersi necessario ricorrere al plucking in zone del corpo con pelo deteriorato o maltrattato (lavorato a taglio) per recuperare un pelo particolarmente elastico e tenace che, opponendo un’eccessiva resistenza allo strappo, rischierebbe di essere tagliato dal coltellino. IMG_3450Il disegno 10 mostra l’aspetto finale di un Westie visto di spalle. Si noti come le lunghezze diverse si amalgamino in un tutto armonico, soprattutto tra spalla e appiombo (arto anteriore) e, all’altezza del costato, tra fianchi e ‘sottana’.

I disegni 11 e 12 esemplificano il taglio delle unghie eseguito con tagliaunghie ‘a ghigliottina’. Prima di tutto è indispensabile immobilizzare l’arto garantendo al cane una posizione abbastanza naturale, tale da non indisporre ulteriormente l’animale già abbastanza teso di per sé in quanto generalmente mal si sottopone a questa pratica.

IMG_3451 taglio unghie

L’unghia necessita di essere tagliata (o spuntata) qualora, articolando il piede, superi le normali dimensioni (o so curvi) venendo a contatto col suolo. Gli speroni (il quinto dito dell’arto anteriore, che spesso viene però amputato alla nascita) vanno spuntati comunque con cadenze regolari perché possono crescere torcendosi fino a incarnirsi (ad anello), divenendo così estremamente difficili da trattare e dolorosi per il cane. È preferibile spuntare spesso le unghie che crescono velocemente e lunghe anziché sottoporre di rado e in modo più radicale un cane non abituato a questo stress. Il disegno 33 mostra un soggetto ‘in pelo’, ossia in condizioni ideali di trimming, un Westie ‘da ring’ dovrebbe essere ricoperto, lungo la linea superiore e in tutte le zone da stripping, da un minimo di 3cm di pelo, con punte massime di 5-6cm (al garrese, natica).

 

 

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